Sono nato il 15 giugno 1971 a Saronno in provincia di Varese e dall’età di 13 anni vivo a Caltagirone in provincia di Catania. Sono educatore presso una comunità di minori da ventisei anni e amo il mio lavoro. Ho due figli che adoro. Amo la quiete ed il silenzio. Scrivere mi aiuta a sentirmi ... (continua)
La sua poesia preferita:
L’amore vola
Mi sei davanti... tremano le mani
I miei occhi ti fissano e poi scappano
con un sospiro trattengo gli sguardi
e con la mente ti parlo... sì, ti parlo
ma non puoi sentire le parole
dovresti ascoltare la voce del cuore
quel cuore che bisbiglia... leggi...
Nell'albo d'oro:
Un dolcissimo peccato
Raso nero ad accarezzar lo sguardo
che sulla pelle candida color latte
indirizza le mani timide e calde.
Pizzo di seta profumato
che labbra audaci cattura
scivola via assecondando il palpito
e dal rossore strattonato
il desiderio esonda... leggi...
E adesso rivestiti
...e adesso rivestiti
lentamente e in silenzio...
indossa i vestiti di ieri
usa quelli colorati di nero
quelli dipinti nei miei pensieri
e con lo stesso sorriso
bloccami e parlami
trattienimi nei tuoi occhi
e raccontami una storia
Lingue velenose
Immergendosi
Negli abissi
Glaciali dell’anima
Urtano l’altrui sentire
Eccedendo nel lessico
Variopinte offese
Elegantemente mascherate
Lusingano con celata falsità
Estendendosi
Nei meandri malefici della mente
Ostruendo il... leggi...
Il mio dolore
Lacrime insistenti mi schiaffeggiano
incolpevoli e silenti chiedono spazio
non indietreggiano
non possono
sono figlie del mio sentire
del mio perenne disagio
emozioni e sofferenze
che mai nessuno potrà capire
le mie debolezze
il dolore che ha... leggi...
Inciampa il verso
Inciampa il verso
libero e vellutato
senza compromessi
vibra e volteggia
senza sospirar
il destino accetta
lo colora ed inventa
involucro chiuso
non rispetta la regola
arieggia lacrimando
solfeggia traballando
nella strofa si... leggi...
Rido, piango e vivo
Rido
piango e vivo
senza ragione
senza apparente motivo...
sospiri innati
ricamano tormenti
incanti improvvisi
solfeggiano gli istanti
lacrime non volute
sorrisi accennati
scorrono inesorabili
inondano il giorno che nasce
si confondono... leggi...
Il mio canto stonato
Silenzio intorno
tutto tace
nessun clamore
nessun conforto
incido pianti
verseggio il dolore
versi semplici
figli del mio cuore...
rima baciata
nell’assonanza trova ristoro
plumbeo sospiro ricamato
cerca riparo
ripetuto
combatte... leggi...
Ho fallito
Testa china
ennesimo risalire lungo la via...
strada soffocante e stretta
tra deviazioni improvvise
che non lasciano scelta
bocca asciutta e lacrime in tasca
pianti da nascondere
sorrisi pronti all’uso
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Giacomo Scimonelli
Òmini o quaquaraquà
Dialettali
Nun stuzzuniari u cani ca rormi
lassalu stari, iddu è tranquillu
e si nun ci rici nenti
magari tu po’ stari tranquillu.
Picchì nun u vò capiri...
pari nu cristianu accussì bonu
tu ha sturiatu
e certi cosi l’assata sapìri
ma ogni tantu ti pigghia a raggia
partennu ‘n quarta
mittennu sutta tutti pari, fimmini e masculi
da la vucca ti nesci ‘u fumèri
e pinsannu ri fari ririri
arrivigghi puru li cani...
ma l’armali sunu comu li cristiani
a na carizza rispunnunu cu na carizza
nun sunu tutti i stissi
e prima ri fari nu passu
cci ha’ pinsari beni... ma beni beni
nun tutti ti votanu i spaddi
e ci sunu chiddi ca vonu muzzicari
ca fannu mali
e appoi finisci a sciarria.
Si nu bonu cristianu
lassa perdiri e cancia strata...
nu munnu cci nn’è accussì assai
ca nun ti po’ cunfunniri.
Nun stuzzuniari u cani ca rormi...
lassalu stari e nun jettari cchiù fangu
talia ‘u tò immu
cu nun ti rispunni è troppu arucatu...
e nun si scanta
picchì u rispettu, p’iddu, è sacru.
Li cosi si ponnu diri ‘n’autro modu
senza rumpiri l’ossa
e l’irunia po’ iri beni
sulu quannu, e ripetu, sulu quannu
nun scappia troppu li peri.
Simmu òmini... nun simmu quaquaraquà
uora votati e nun diri mancu a.
" Uomini o quaquaraquà "
Non stuzzicare il cane che dorme
lascialo stare, lui è tranquillo
e se non gli dici nulla
anche tu puoi stare tranquillo.
Perché non vuoi capirlo...
sembri una persona così buona
tu hai studiato
e certe cose le dovresti sapere
ma ogni tanto ti abbandoni alla rabbia
partendo in quarta
investendo tutti quanti, donne e uomini
dalla bocca ti esce letame
e pensando di fare ridere
risvegli anche i cani...
ma gli animali sono come le persone
ad una carezza rispondono con una carezza
non sono tutti gli stessi
e prima di fare un passo
devi pensarci bene... ma bene bene
non tutti ti voltano le spalle
e ci sono quelli che vogliono mordere
che fanno male
e poi si finisce per litigare.
Sei una persona buona
lascia perdere e cambia strada...
nel mondo ce ne sono così tante
che non ti puoi confondere.
Non stuzzicare il cane che dorme...
lascialo stare e non gettare più fango
guarda la tua gobba
chi non ti risponde è troppo educato...
e non si spaventa
perché il rispetto, per lui, è sacro.
Le cose si possono dire in un’altro modo
senza dover rompere le ossa
e l’ironia può andare bene
solo quando, e ripeto, solo quando
non schiaccia troppo i piedi.
Hanno inserito questa poesia nei propri segnalibri: - carla composto - Sara Acireale - Marinella Fois Possiamo elencare solo quelli che hanno reso pubblici i propri segnalibri.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Se vuoi pubblicare questa poesia in un sito, in un blog, in un libro o la vuoi comunque utilizzare per qualunque motivo, compila la richiesta di autorizzazione all'uso.
Nota dell'autore:
«"Ognunu si taliassi u’ so’ immu"(ognuno guardi la propria gobba; individuo che evidenzia solo gli altrui difetti);
"Nun stuzzuniari u cani ca rormi" (evita di provocare e disturbare chi è tranquillo);
Il titolo è ispirato al pensiero di Leonardo Sciascia. Per lui l’umanità si poteva dividere in cinque categorie.
I quaquaraquà, che oggi vanno per la maggiore, sono i tanti politici che ci governano... e tutte quelle persone che amano criticare, che puntano sempre il dito e alla fine si ritrovano schiacciati dalle loro stesse parole, soffocati da rabbia e rancore. La bontà!? merce rara.»
Commenti di altri autori:
«Una cruenta, e pericolosa critica, che si ritorce sempre su chi ne è l’autore. Quindi conviene riflettere bene, prima di aprir bocca, e dosare, il significato delle parole, che si andranno a pronunciare, evitando di coinvolgere in un dialogo inquieto, altre persone. Lirica attenta, e molto attuale, condivisa a pieno nel suo significato. Un vernacolo accattivante, che ho molto apprezzato nella sua densa lettura.»
«"Siamo uomini e non quaquaraquà" e gli uomini veri devono avere rispetto per gli altri e "non stuzzicare il cane che dorme" perché se si disturba chi è tranquillo finisce la pace. Il bravo Poeta ammonisce chi è senza criterio, chi non sa riflettere, chi parla a vanvera. Bella poesia resa ancora più attraente dalla musicalità del dialetto siciliano.»
«Adoro le poesie in vernacolo, anche se a volte non capisco. In questi versi, il nostro autore invita a non svegliare il cane che dorme, meglio lasciarlo tranquillo a riposare.
Riflessione che induce al rispetto!»
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